Museo delle Vittime del Genocidio di Vilnius – Lituania
1 settembre 2018
Questo museo, conosciuto come “Museo del KGB”, nasce nel 1992 per volontà del Ministro della Cultura Lituana per commemorare migliaia di morti, per ricordare le sofferenze dei deportati e per non dimenticare gli orrori dell’occupazione sovietica. Si trova nel centro di Vilnius a circa un chilometro dalla Cattedrale cattolica. È un palazzo austero diventato tristemente famoso per essere stato utilizzato dal 1944 al 1991, anno in cui il Paese riconquistò l’indipendenza, dal Comitato per la sicurezza dello stato, l’organo di polizia segreta istituito dell’ex Unione Sovietica. Oltre ad ospitare gli uffici e i funzionari del KGB in questo palazzo venivano imprigionati tutti gli oppositori politici lituani del regime comunista. Secondo alcune stime si pensa che in questo luogo abbiano perso la vita più di mille persone. Oltre a svariati documenti, relativi alla resistenza anti-sovietica, si possono visitare anche le celle (19 in tutto) ubicate al piano seminterrato. Tra queste impressionano le due celle d’isolamento ampie circa sessanta centimetri quadrati chiamate “Boksai” cioè box, le celle della tortura dove i prigionieri nudi dovevano, in quella dell’acqua ghiacciata, restare in piedi su un piccolo basamento metallico per giornate intere cercando di restare svegli per non cadere nell’acqua gelida. Nell’altra cella, cioè quella della tortura completamente insonorizzata, al condannato veniva fatta indossare una camicia di forza affinché non potesse parare le brutali bastonate che gli venivano inflitte. L’altro terribile luogo sono le tetre gabbie destinate per l’ora d’aria, dove era severamente vietato parlare: si trovano in un cortile interno, sono di muratura a pianta rettangolare di circa 12 metri quadrati e sono sovrastate dalle postazioni e dai camminamenti per le guardie carcerarie.