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I riti sciamanici in Ladakh

15 aprile 2014

Quella dello sciamano è una tradizione ancora viva in Ladakh e i riti che vi si celebrano sono la trasposizione sacra di un’eredità ancestrale che viene trasmessa da generazione in generazione. Gli sciamani sono persone particolari investite di poteri singolari che usano per dispensare consigli e proteggere le persone dalle malattie e dagli spiriti cattivi. Nei particolari riti che accompagnano il cerimoniale nulla è lasciato al caso come l’uso degli oggetti rituali e l’offerta agli spiriti dei quattro elementi (riso, burro, acqua e incenso).

Vicino al villaggio di Choglamsar facciamo visita al Saboo Lamo, l’oracolo della famiglia reale. Il lamo, una signora di circa 80 anni di nome Sonam Zangmo, vive in una piccola casa circondata da un cortile in terra battuta dove ogni domenica mattina riceve i pazienti, interroga l’oracolo e parla con esso. La piccola stanza dove si svolge il rituale si trova a sinistra della casa ed è illuminata dalla fioca luce che filtra da una minuscola finestra sotto la quale si trova un basso tavolinetto occupato da vari oggetti rituali, pozioni di erbe mediche e piccole sculture di tsampa (un intruglio di farina d’orzo, burro e te) raffigurante varie divinità.

A turno i pazienti si rivolgono alla sciamana per raccontare il proprio dolore o per chiedere numi sul proprio futuro. A un certo punto osserviamo nella suggestiva penombra che avvolge la piccola stanza una scena suadente e indimenticabile: la sciamana, accompagnando il rituale con ossessive e ritmate formule sacre e magiche, succhia e sputa con vigore il male estirpandolo più volte dal corpo di un ammalato che aveva chiesto soccorso.

Per i ladakhi la sciamana è una persona incredibile e affascinante: essa, infatti, non è solo un guaritore ma anche sacerdote, psicologo e profeta che pratica solo a fin di bene.